INTRODUZIONE RISPARMIO ENERGETICO
RISPARMIO ENERGETICO - TUTELA DEL CLIMA - INTRODUZIONE:
La rubrica che inizia con questo articolo, ha come obbiettivo quello di incuriosire, rendere partecipe e orientare il lettore, più o meno interessato, a queste tematiche.
Quest'ultimo sarà accompagnato a guardare al fronte della sostenibilità partendo dall'integrazione tra aspetti ambientali,economici,sociali ed istituzionali.
Le problematiche della sostenibilità infatti,riguardano tutti gli attori sociali: le pubbliche amministrazioni, che possono indirizzare lo sviluppo attraverso atti normativi e pianificazioni, le imprese che possono scegliere tecnologie e modalità produttive più efficienti, i singoli cittadini che con le loro scelte di consumo rappresentano una potenziale leva del cambiamento.
In tempi di cambiamenti climatici e di scarisità di riserve di fonti energetiche fossili ritengo che possa essere utile illustrare il rapporto risparmio energetico - tutela del clima ed offrire indicazioni semplici ma concrete su come costruire nonchè modernizzare in modo energeticamente efficiente il patrimonio edilizio esistente.
Così si partirà parlando in generale del clima, delle condizioni del pianeta terra a seguito delle immissioni in atmosfera di gas climalteranti, per passare alle problematiche che ci coinvolgono perché sempre più dipendenti dal consumo di petrolio per giungere alla scoperta che, nonostante tutto, il pericolo che stiamo correndo può divenire un'occasione per l'umanità onde raggiungere l'obbiettivo di migliorare le condizioni di vita di milioni di persone ed al tempo stesso di proteggere il nostro pianeta.
Questa occasione passa anche per il settore economico più energivoro del Continente Europa, cioè il settore edile che è responsabile del 40% dei consumi energetici!!!
Quindi partendo dall'argomento delle costruzioni sostenibili e a basso consumo energetico andremo a scoprire come intervenendo sul manufatto edilizio, costruito ex novo o recuperato/ristrutturato, si possa aprire un grande potenziale di risparmio energetico riducendo notevolmente le emissioni di CO2.
Oggi è più che mai necessario un modo di progettare prestazionalmente orientato:prima si decide quanto dovrà consumare l'edificio, poi lo si progetta. Del resto, l'efficienza energetica non è più un optional ma una condizione necessaria quando gli obbiettivi sono quelli del comfort e del rispetto ambientale.
LE TAPPE DELLE CONFERENZE MONDIALI SUL CLIMA
1979:prima Conferenza Mondiale sul Clima:
I governi di tutto il mondo vengono invitati a "evitare potenziali cambiamenti climatici originati dall'uomo che potrebbero avere ripercussioni negative sul benessere dell'umanità". Adozione di un Programma mondiale di ricerca sul Clima che verrà sostenuto anche dal Programma delle Nazioni Unite.
1988: istituzione dell'IPCC
Si tratta di un Gruppo di esperti intergovernativo che indaga sull'evoluzione del clima. Il suo compito è di valutare lo stato delle conoscenze scientifiche, tecniche e socio economiche sulle cause e le conseguenze di un cambiamento climatico globale e di pubblicare periodicamente dei rapporti in merito.
1990. seconda Conferenza mondiale sul Clima
L'invito all'apertura dei negoziati per l'elaborazione di una convenzione per la protezione del clima viene accolto con grande entusiasmo.137 Stati e l'U.E. approvano una dichiarazione finale che sostiene i principi su cui poggerà anche la Convenzione sul Clima.
Tra i principi troviamo " lo sviluppo sostenibile".
<< lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni>>
(WCED, 1987-dal rapporto G.H.Brundtland)
1992 Vertice della Terra di Rio de Janeiro
Tremila persone arrivate dai cinque continenti, tutti riuniti al capezzale di un pianeta malato a mettere in discussione il futuro dello sviluppo dell'umanità.Dalla conferenza ne è uscita una dichiarazione, la Dichiarazione di Rio che è un codice di comportamento etico ambientale per gli stati, un documento riduttivo e non vincolante per i paesi firmatari ma ciò nonostante di grande portata. Contiene 27 principi generali.La dichiarazione di Rio sancisce il concetto di sviluppo sostenibile come garanzia di soddisfazione delle esigenze relative all'ambiente e allo sviluppo, sia delle generazioni presenti che di quelle future.
1997: Protocollo di Kyoto
I paesi Industrializzati si impegnano a ridurre immediatamente del 5,2 % rispetto al 1990 le loro emissioni di gas a effetto serra dal 2008 al 2012, il così detto "primo periodo di adempimento". Per i moderni Paesi Industrializzati, tale obbiettivo implica un nuovo orientamento dell'approvvigionamento energetico. Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 dopo essere stato ratificato da 55 stati che sono diventati 181 nel maggio 2008.
2009: Copenaghen
Erano circa 20.000 i delegati in rappresentanza di 192 Paesi,centinaia di migliaia i manifestanti all'esterno, per 12 giorni di discussione e trattative; risultato:niente. Ci siamo illusi, abbiamo sperato e atteso giorno per giorno che da lì uscisse una sola notizia da poter diffondere in tutte le lingue del mondo: " Siamo tutti d'accordo, salviamo il pianeta! ". Nessun protocollo, nessun trattato, solo un accordo non vincolante, politicamente e legalmente.Promesse.
"Se tra cent'anni arrivassero gli extraterrestri e ci trovassero estinti come i dinosauri, quale messaggio potremmo lasciargli su una parete del Grand Canyon? Avremo potuto salvarci, ma eravamo troppo pigri.... E maledettamente spilorci. " (Kurt Vonnegut).
Il risultato sostanziale sembra essere solo una proroga dei termini del Protocollo di Kyoto per i paesi che lo firmarono e un'adesione formale per gli altri (USA, Cina, India e Brasile in testa). L'obbiettivo rimane mantenere entro 2 gradi l'aumento della temperatura globale nei prossimi decenni, da rivedere (al ribasso, ndr) nel 2016. Perchè ciò sia possibile, secondo le stime degli scienziati incaricati dell'ONU, è necessario un taglio delle emissioni mondiali di CO2 del 50% entro il 2050,con un peso relativo dell'80% si Paesi Industrializzati che dovrebbero impegnarsi ad una riduzione del 25-40% già entro il 2020. Belle parole (scusate la franchezza), perché nell'accordo manca un vincolo alle emissioni di CO2 che produrrebbero questo risultato; ci si è limitati a sottoscrivere gli impegni presi precedentemente: una riduzione del 20% da parte dell'U.E. rispetto al 1990, rispettivamente del 17% e 25% per Stati Uniti e Giappone rispetto al 2005 e così via. Solo un punto chiaro in questo accordo: i finanziamenti. 30 miliardi di dollari nel triennio 2010-2012, più altri 70 entro il 2020 ai Paesi più deboli che già devono cominciare a combattere (non prevenire, ndr) le conseguenze climatiche dell'effetto serra.
Concludo con questa frase:
"Possiamo essere una generazione che unisce le forze per gli interessi comuni degli esseri umani [...]che potremo raggiungere solo riconoscendo che tutte le nazioni hanno dei diritti , ma anche che tutte le nazioni hanno delle responsabilità" (Barack Hussein Obama, 44° presidente degli Stati Uniti).
Come sta il pianeta terra? Peccato che l'orso non possa parlare!!!
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